Ogni giorno siamo impegnati in molte attività diverse che richiedono il giusto apporto idrico. Talvolta consumiamo acqua del rubinetto di casa, altre volte acqua minerale in bottiglia e, meno di frequente, possiamo imbatterci nell’acqua microfiltrata, proveniente da depuratori casalinghi. Proviamo a mettere a confronto queste differenti tipologie di acqua per scoprire cosa le caratterizza e quali sono gli aspetti più importanti da conoscere per farne un consumo consapevole.
Acque a confronto: l’acqua del rubinetto
L’acqua dei nostri rubinetti cambia a seconda della provenienza: la sua composizione chimica varia perché nello stesso acquedotto possono confluire acque di provenienza diversa, raccolte sia da fonti sotterranee sia superficiali (come laghi e fiumi), nonché acque salmastre. L’acqua del rubinetto è sempre sottoposta al processo di potabilizzazione e ha un residuo fisso stabilito per legge con un limite massimo di 1500 mg/l.
Ciò che determina la qualità dell’acqua è anche la rete acquedottistica, che può presentare delle variabili in grado di influenzare in maniera importante che tipo di acqua giunge fino alle nostre case. Tubazioni vecchie e danneggiate, fenomeni di infiltrazione o corrosione che alterano le condutture incidono sull’acqua, alterandone le proprietà. Per questo è molto importante l’attività di verifica regolare delle strutture, effettuata dagli enti preposti al controllo.
L’acqua deve subire inoltre dei trattamenti per essere dichiarata potabile. Ma in cosa consiste questo processo di potabilizzazione? Si tratta una sterilizzazione dell’acqua, che viene effettuata attraverso dei trattamenti chimici specifici, pensati per rendere l’acqua sicura per i consumatori. Tali trattamenti fanno sì che l’acqua che sgorga dai rubinetti delle nostre case sia potabile ma lasciano tracce residue dei prodotti chimici impiegati. Tra questi, il più comune è sicuramente il cloro, che ha lo svantaggio di dare un caratteristico sapore all’acqua, percepito solitamente come poco gradevole.
I fattori che determinano il sapore finale dell’acqua che sgorga dal rubinetto sono quindi due:
- i prodotti impiegati per la potabilizzazione
- i sali disciolti nell’acqua
Accanto al cloro esistono altri tipi di trattamenti complementari come l’utilizzo di carbone attivo e di ozono, che non incidono sul sapore; in alcune zone montane dove l’acqua proviene da fonti di alta qualità viene impiegato anche il trattamento ai raggi ultravioletti, che non ne altera sapore e composizione. Bisogna comunque rilevare che la maggior parte delle acque potabili della rete idrica nazionale presenta buoni valori organici, sebbene l’acqua minerale in bottiglia, da questo punto di vista, sia qualitativamente superiore.
Acqua microfiltrata
L’acqua microfiltrata viene prodotta attraverso l’installazione di impianti domestici che processano l’acqua potabile proveniente dalla rete casalinga. Tali impianti possono essere di due tipi:
- a microfiltrazione
- a osmosi inversa
Esistono molte “leggende” sulle proprietà dell’acqua microfiltrata, ma è bene fare chiarezza sulle reali caratteristiche di questo tipo di prodotto, analizzandola più in dettaglio.
La prima cosa da dire è che l’acqua microfiltrata è di fatto l’acqua del rubinetto di casa sottoposta a un ulteriore processo di depurazione, che elimina tracce di cloro e di altri residui chimici, in teoria senza eliminare i sali minerali.
Non sempre però i sistemi di microfiltrazione sono all’altezza delle promesse e può accadere che l’acqua microfiltrata risulti impoverita e, insieme ai sali minerali, perda parte delle sue qualità organolettiche. Gli impianti necessitano di una costante e scrupolosa manutenzione affinché l’acqua non venga privata delle sue caratteristiche biologiche o, addirittura, venga alterata in maniera dannosa. Per questo può essere utilizzata per cucinare ma il consumo quotidiano non è consigliabile.
Acqua minerale in bottiglia
Infine, arriviamo all’acqua minerale in bottiglia. La prima cosa da tenere presente è che l’acqua minerale in bottiglia proviene da fonti non soggette a influenza antropica, ovvero non contaminate dalla presenza umana. Gli ambienti integri da cui proviene l’acqua minerale sono sorgenti sotterranee e per questo l’acqua non subisce trattamenti di potabilizzazione: questo comporta un vantaggio in termini di sapore e odore, oltre che in termini organolettici. Deve inoltre essere imbottigliata vicino alla fonte, in modo da preservare intatte tutte le sue qualità.
Come abbiamo illustrato in precedenza, ogni acqua minerale possiede proprietà uniche e si distingue dall’altra; in commercio esiste una varietà di acque molto ampia e ognuna presenta caratteristiche specifiche, a partire dalle acque minimamente mineralizzate come Acqua Sant’Anna, leggere e con un ridotto contenuto di sodio, consigliate per l’alimentazione di bambini e adulti, alle acque ricche di sali minerali, indicate per un utilizzo terapeutico. Un altro vantaggio delle acque minerali è l’obbligo per legge di riportare la composizione chimica sull’etichetta: in questo modo per il consumatore è semplice verificare le caratteristiche dell’acqua e scegliere così il prodotto più adatto alle proprie esigenze.
L’acqua minerale in bottiglia presenta ulteriori vantaggi, tra cui la portabilità. Sia essa in vetro o in packaging di PET, permette di essere trasportata facilmente e si rende disponibile in qualsiasi momento, dal lavoro al tempo libero, grazie ai numerosi formati disponibili: Acqua Sant’Anna, ad esempio, offre una gamma di formati in grado di soddisfare ogni esigenza, dalla Baby Bottle con tappo “Push&Pull” al formato Acqua da Borsetta, entrambe da 250 ml; si passa poi alle classiche 500 ml e alle 750 ml, alle maneggevoli bottiglie da 1 litro e ai formati da tavola da 1,5 e 2 litri. Acqua Sant’Anna segna anche un passo in avanti nell’impegno ambientale creando la Bio Bottle, una bottiglia biodegradabile e compostabile realizzata con una molecola derivata dal mais. Un traguardo importante che offre un prodotto tecnologico e altamente sostenibile, alla portata di tutti.