L’inquinamento dell’acqua, conseguenze e rimedi

L’inquinamento delle acque è un problema molto presente in Italia. La diffusione di questo fenomeno ha imposto un’analisi approfondita sulle sue cause (che sono numerose e collegate a settori diversi delle attività umane), conseguenze e sui modi per prevenirlo e porvi rimedio. In questo approfondimento ci soffermeremo su tutti questi aspetti, prendendo in esame anche quali sono le principali tipologie di inquinanti dell’acqua per poter contribuire nel nostro piccolo a ridurre l’inquinamento.

L’inquinamento idrico delle acque

Nessuna specie sulla Terra può fare a meno dell’acqua, elemento vitale per tutti gli abitanti del Pianeta. L’inquinamento idrico è perciò una problematica molto grave, sia per l’ambiente che per la salute dell’uomo. Questo fenomeno riguarda la qualità dell’acqua a disposizione in un determinato territorio, che viene contaminata dalla presenza di sostanze nocive e tossiche, oppure dai rifiuti di natura biologica (le fogne).

Gli inquinanti dell’acqua e le principali tipologie

Esistono diverse tipologie di inquinanti dell’acqua. Secondo il sito ufficiale della Protezione Civile, ne esistono tre principali:

  • inquinamento civile, ovvero quello prodotto dagli scarichi delle città. Si tratta di una delle cause principali dell’inquinamento dei fiumi e del mare;
  • inquinamento industriale;
  • inquinamento agricolo, causato dall’uso eccessivo di fertilizzanti e pesticidi. Essendo idrosolubili, penetrano facilmente nel terreno, contaminando le falde acquifere.

Concentrandosi sull’inquinamento civile, che è quello prodotto direttamente da abitudini scorrette dei cittadini, sono tanti i rifiuti che possono inquinare l’acqua.

Pensiamo ai sacchetti e alle bottiglie di plastica, ma anche alle sostanze che spesso vengono utilizzate e fatte defluire nello scarico dei lavandini: alcuni detergenti, le vernici, i medicinali e i solventi.

Anche l’acqua sporca domestica e i rifiuti organici possono essere una causa, soprattutto per quei paesi non sviluppati che non hanno appositi impianti di depurazione.

inquinamento dell'acqua

Inquinamento dell’acqua cause e conseguenze

Le cause dell’inquinamento idrico sono diverse, e si ricollegano a quanto detto nel paragrafo precedente con riferimento alle tipologie principali di inquinanti. Prendiamo ad esempio l’inquinamento dei mari: in questo caso la principale fonte di inquinamento è quella degli idrocarburi dispersi dalle petroliere. Quante volte abbiamo sentito parlare di perdite di enormi quantità di petrolio nelle acque marine?

Anche gli scarichi industriali rappresentano un’altra delle cause principali di inquinamento delle acque. Essi contengono tantissime sostanze inquinanti, composte in maniera diversa a seconda del tipo di processo produttivo. Gli elementi tossici contenuti negli scarichi industriali, combinandosi tra di loro nel momento in cui vengono sversati, provocano danni ingenti, perché sommano i loro effetti.

Infine, va considerato in questo quadro anche l’inquinamento delle acque sotterranee. Rispetto a quello delle acque superficiali è meno visibile, ovviamente, ma da un certo punto di vista è anche più grave. Fertilizzanti, diserbanti chimici e i liquami prodotti dagli allevamenti si riversano nelle falde acquifere o nei corpi idrici superficiali con grande facilità. Essi infatti permeano il terreno, essendo idrosolubili, e in questo modo inquinano l’acqua.

Le conseguenze sono disastrose, per gli animali, per la vegetazione e anche per l’essere umano. I pericoli per l’uomo possono arrivare un pò ovunque: dal mare, mangiando pesci e crostacei che ingeriscono batteri e virus la cui diffusione è dovuta proprio all’inquinamento, ma anche da altri ambienti, come fiumi e laghi compromettendo la biodiversità.

E inoltre c’è da considerare che non tutti i paesi sono sviluppati come il nostro. Alcune fognature di paesi in via di sviluppo, che rilasciano acque inquinate da virus e batteri, entrando a contatto con l’essere umano possono contribuire alla diffusione di malattie come l’epatite virale, la salmonellosi o la febbre tifoide. Nel mondo muoiono ogni anno 829mila persone a causa del consumo di acqua
inquinata e infetta (dato estrapolato dall’ultimo rapporto ONU del 2022)

Prevenzione e rimedi

Quando si parla delle possibili soluzioni per prevenire o porre rimedio al problema dell’inquinamento acquatico, le decisioni da prendere devono essere in primo luogo politiche. I governi di tutto il mondo hanno il dovere di continuare e migliorare le proprie leggi in materia, rendendo ancor più rigide le sanzioni per le aziende che inquinano. Fatta questa premessa, anche noi cittadini possiamo contribuire a prevenire questa problematica, attraverso dei semplici accorgimenti che fanno la differenza.

Riciclare più plastica possibile è sicuramente un primo grande step che ognuno di noi, impegnandosi, può raggiungere. Enormi quantità di plastica finiscono in mare: plastiche e microplastiche sono entrate nella catena alimentare degli organismi acquatici marini. Di conseguenza, anche nella nostra. Tuttavia, la soluzione migliore non sembra quella di sostituire gli oggetti in plastica con altri materiali: la vera rivoluzione sta nell’innovare, nel ridurre, riutilizzare e riciclare con intelligenza quello che già esiste, stando attenti ai costi e ai rischi che stanno dietro ad ogni materiale.

La plastica riciclabile, in particolare il PET, utilizzato per le bottiglie delle bevande, può essere riciclata meccanicamente e al 100%. Il PET che viene riciclato non perde le sue proprietà principali durante il processo di recupero e diventa RPET, materiale che può essere riutilizzato per dare vita a nuovi prodotti, compresi imballaggi e bottiglie per le bevande. In questo modo, se correttamente raccolta e riciclata, la plastica diventa a tutti gli effetti parte della cosiddetta “economia circolare”.

Bisogna però constatare come sia altissima ancora la percentuale di bottiglie di plastica non differenziate. Come soluzione anti-abbandono delle bottiglie, da diversi anni in Italia si sta studiando l’ipotesi di introdurre una cauzione. In Germania e altri paesi del Nord Europa esiste già: si tratta della pratica del “vuoto a rendere”, che consiste nell’acquistare un contenitore pagandolo di più del suo prezzo reale e poi riavere indietro la differenza restituendo l’imballaggio vuoto al produttore. Grazie a questo metodo paesi come Norvegia, Danimarca e la già citata Germania riescono a riciclare circa il 90% delle bottiglie di plastica vendute.

Per quanto riguarda la produzione dei rifiuti, che dovrebbe essere contenuta in generale, è importante non buttare mai nello scarico dei sanitari oggetti solidi, nè medicinali, solventi o vernici. E, sempre a proposito di scarichi, anche quelli del lavandino possono essere fonte di inquinamento: meglio adoperare detergenti naturali e non comprare più i detersivi chimici. Questi ultimi possono arrivare a contaminare le acque del sottosuolo. Un altro possibile accorgimento è quello di utilizzare concimi e diserbanti naturali per le colture dell’orto: i prodotti chimici, come abbiamo visto, penetrano nel terreno ed entrano in contatto con le falde acquifere.

E, ancora, un piccolo e semplice gesto come quello di non buttare i mozziconi delle sigarette per strada eviterebbe di farli finire nei tombini, per poi passare nei canali di scolo e infine giungere al mare.

Insomma, tutto ciò presuppone piccole modifiche delle nostre abitudini per ottenere un risultato grandioso: ridurre l’inquinamento delle acque. Una sfida per il nostro futuro e per quello dell’ambiente che ci circonda. Assolutamente da vincere.

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