La conducibilità dell’acqua è un parametro grazie a cui è possibile definire la capacità di un’acqua di condurre la corrente elettrica. Per stabilire il grado di conducibilità, si valuta il contenuto di sali disciolti nell’acqua, che essendo ioni carichi (positivi e negativi) permettono il passaggio di corrente nel liquido stesso. Dunque, la conducibilità è direttamente proporzionale al contenuto di ioni disciolti.
In questo approfondimento vedremo nel dettaglio questa caratteristica dell’acqua, come si misura questo parametro e qual è il suo valore nei vari tipi di acqua, in modo da comprendere meglio come leggere le etichette.
La conducibilità elettrica dell’acqua: come si misura
Prima di entrare nel dettaglio delle modalità di misurazione, ci si potrebbe chiedere a cosa serve misurare la conducibilità elettrica dell’acqua. Ebbene, questo dato è molto importante perché fornisce una panoramica chiara delle sostanze dissociate presenti all’interno del fluido. E, di conseguenza, si può determinare se un’acqua è potabile o meno.
L’unità di misura della conducibilità elettrica è espressa in microsiemens per centimetro ad una data temperatura (generalmente 20° C, ovvero µS/cm a 20°C), e per determinarla si utilizza un apposito strumento chiamato conducimetro. Quando il livello di sali diminuisce, si abbassa anche la conducibilità.
A stabilire il valore limite massimo della conducibilità elettrica dell’acqua è stato il Decreto Legislativo n.31/2001, secondo cui deve essere pari a 2500 µS/cm a 20°C. Ed è questo il valore massimo della conducibilità nelle acque destinate al consumo umano.
Conducibilità elettrica acqua potabile
Il valore espresso dal decreto legislativo suddetto si riferisce alla conducibilità dell’acqua del rubinetto. Per quanto riguarda le acque minerali naturali il legislatore non ha imposto un limite massimo: il range di quelle commercializzate varia dunque da pochi microS/cm a valori molto più alti. Quello di Acqua Sant’Anna si attesta sui 25,5 µS/cm.
La quantità totale di sali minerali presenti nell’acqua, espressa in mg/L, è il cosiddetto TDS (Total Dissolved Solid), da cui si ricava il residuo fisso. Conducibilità elettrica e residuo fisso sono correlati: grazie a quest’ultimo si ottiene un valore del contenuto salino di un’acqua, con cui è possibile effettuare una stima della conducibilità dell’acqua.
Sempre il Decreto Legislativo 31/2001 indica un valore massimo consigliato di 1500 mg/L. Generalmente, questo valore serve per classificare il livello di mineralizzazione dell’acqua: le acque minimamente mineralizzate raggiungono i 50 mg/L, le oligominerali fino a 500 mg/L, le mediamente mineralizzate fra 500 e 1500 mg/L e quelle ricche di sali oltre i 1500 mg/L.
Conducibilità acqua distillata
L’acqua distillata è pura, nel senso che è priva di gas, batteri, calcare e sali minerali. Viene ottenuta tramite il procedimento di distillazione, che si basa sul concetto dell’evaporazione dell’acqua. L’utilizzo dell’acqua distillata, proprio per via della sua purezza, non può essere destinato al consumo umano.
Essendo priva delle sostanze che si disciolgono naturalmente, l’acqua distillata presenta una conducibilità elettrica molto bassa, ovvero circa 10 µS/cm. Perciò si può concludere dicendo che se il valore di conducibilità dell’acqua è alto, l’acqua è ricca di sali; se basso, ne risulta povera. Più i sali saranno disciolti, più l’acqua riuscirà a far passare la corrente: nell’acqua distillata, pura, mancano i sali, e proprio per questo motivo risulta un cattivo conduttore di elettricità.
La conducibilità dell’acqua di mare
Come si può intuire, l’acqua di mare ha una grande quantità di sali, principalmente NaCI, ovvero cloruro di sodio. Essa può contenere 35.000 mg/L di solidi disciolti. La conducibilità elettrica di cui è dotata è pari a 500 µS/cm.
Conducibilità acqua e durezza
Anche il concetto di durezza dell’acqua è correlato con quello della conducibilità. La durezza indica l’abbondanza di ioni di calcio e magnesio nell’acqua, esprimendone il contenuto totale.
A tal proposito, esistono delle categorie, che ci aiutano a distinguere le acque:
- acque dolci, con durezza inferiore a 15° F
- acque mediamente dure, con valori tra 15° e 30° F
- acque dure: superiori a 30° F
Il valore di misurazione “F°” è espresso in gradi francesi; più è alto, maggiore sarà la durezza dell’acqua. Acqua Sant’Anna, con un valore di durezza di soli 0,9° F, si attesta tra le acque dolci.