La sostenibilità ambientale

Che cos’è la sostenibilità ambientale? A cosa serve? E quali sono i suoi obiettivi? In questo approfondimento risponderemo a queste e altre domande, facendo anche un excursus storico che possa ripercorrere le tappe che hanno portato alla nascita e allo sviluppo di questo concetto. Dai primi movimenti ambientalisti del XX secolo fino ad arrivare all’Agenda 2030 dell’ONU e ai suoi 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile.

Il concetto di sostenibilità: significato e definizione

Il termine “sostenibilità” è nato tutto sommato di recente: fino a 50 anni fa non se ne sentiva nemmeno parlare. Poi, la Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente del 1972 lo ha introdotto e da quel momento è entrato nel dibattito dell’opinione pubblica mondiale. Dapprima come concetto intrinsecamente (ed esclusivamente) legato a quello di tutela ambientale, poi – specialmente negli ultimi anni – riferito anche ad altri ambiti, conferendone un significato più ampio, che strizza l’occhio a economia, politica e socialità.

É poi nel 1987, quindici anni dopo la Conferenza delle Nazioni Unite, che il concetto di sostenibilità è stato codificato con la pubblicazione del cosiddetto rapporto Bruntland. Questo documento definisce meglio cosa si intende con sostenibilità, ossia un modello di sviluppo che possa soddisfare i bisogni del presente senza andare a compromettere quelli delle generazioni future. Una vera e propria sensibilità nuova, nata dalla consapevolezza che le risorse del pianeta sono tutt’altro che infinite, e perciò vanno trattate bene, senza sprecarle e rispettando gli ecosistemi e le biodiversità.

Il modello sostenibile riguarda tutti, in primis istituzioni e aziende, ma anche le singole persone. Ed è dal 22 aprile 1970, due anni prima della Conferenza, che si festeggia la Giornata mondiale della Terra (Earth Day).

Una ricorrenza ratificata dalle Nazioni Unite, che nella sua prima edizione vide 20 milioni di ambientalisti come protagonisti. Tutto fatto con un unico obiettivo: sensibilizzare il governo e l’opinione pubblica sulla necessità di tutelare le risorse naturali.

Dopo 50 anni, ora sono 193 i Paesi nel mondo a partecipare all’appuntamento. Ma non si tratta di un evento fine a se stesso. Le domande a cui rispondere sono tante, ma in primo luogo ci si chiede:

com’è possibile contribuire alla sostenibilità ambientale e ridurre l’impatto umano sul Pianeta? QUOTE

La risposta è materia di riflessione per l’Earth Day Network e per chiunque abbia a cuore la Terra, e sta sempre in quel modello di sviluppo sostenibile, in grado di mantenere l’equilibrio tra rispetto dell’ambiente e progresso socio-economico.

Tutto questo si traduce in valori più concreti, ovvero il riconoscimento del valore intrinseco delle risorse ambientali, la tutela della biodiversità delle specie e della dimensione ecologica, la protezione della salute degli ecosistemi produttivi (ad esempio, terreni agricoli e allevamenti) per renderli sostenibili, l’ideazione di prodotti e beni meno impattanti a livello ambientale e la mitigazione degli effetti del cambiamento climatico. E dai valori si passa agli obiettivi, definiti in tempi ancora più recenti.

Sviluppo sostenibile e l’Agenda 2030

L’Agenda 21, adottata dalla Conferenza ONU su Ambiente e Sviluppo e che si è tenuta a Rio de Janeiro nel 1992, è il primo programma globale di politiche eco-sostenibili ad andare nella direzione delle sensibilità nate negli anni ’70. Circa vent’anni dopo, il 22 settembre 2015, ecco arrivare l’Agenda 2030 e i suoi 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile, in inglese i Sustainable Development Goals, ovvero i SDG. Si tratta di una serie di azioni e target per il miglioramento della vita delle popolazioni di tutto il mondo e la salvaguardia degli ecosistemi del Pianeta.

Dunque, l’Agenda 2030 ha semplicemente confermato quello che stava nascendo negli anni ’90. Da una sensibilità si stava passando ad un’esigenza. Ed è così che i governi hanno iniziato a promuovere strategie per valutare le attività industriali delle aziende risiedenti nei rispettivi propri Paesi, analizzandone l’impatto ambientale. A loro volta, anche i cittadini hanno cominciato a cambiare le proprie abitudini.

Tutto ciò si traduce in politiche ambientali che hanno nella sostenibilità uno degli elementi cardine. Esempi concreti sono l’adozione di tecnologie migliori basate sui principi dell’economia circolare, la conservazione e tutela del territorio e della biodiversità, la promozione delle fonti di energia rinnovabile e l’impiego efficiente delle risorse, la gestione virtuosa dei rifiuti e il riciclo, la promozione della mobilità sostenibile e lo sviluppo di tecnologie innovative per l’ambiente.

sostenibilità ambientale

Gli obbiettivi della sostenibilità

I target dell’Agenda 2030 sono 17 e tre riguardano direttamente gli obiettivi della sostenibilità ambientale. Ovvero:

  • SDG 13, misure di lotta al cambiamento climatico
  • SDG 14, conservazione di oceani e mari e cura delle risorse marine
  • SDG 15, uso sostenibile dell’ecosistema terrestre, dalla gestione delle foreste al contrasto alla desertificazione e alla perdita di biodiversità.

Ci sono poi riferimenti alla sostenibilità ambientale anche in altri punti, come ad esempio l’obiettivo 11, che stabilisce quanto sia importante “entro il 2030, ridurre l’impatto ambientale negativo pro capite delle città, in particolare riguardo alla qualità dell’aria e alla gestione dei rifiuti”.

Anche l’obiettivo 12 parla di sostenibilità in questi termini: “Entro il 2030, raggiungere la gestione sostenibile e l’uso efficiente delle risorse naturali”.

Entrando più nel concreto, ogni Paese deve mettere in pratica una serie di strategie. Le misure possibili sono tante: una produzione industriale con meno impatto ambientale legato a emissioni di C02 sempre minori, creazione di tante aree verdi, utilizzare tecnologie green e fonti di energia rinnovabili, minimizzare gli sprechi e uno smaltimento e riciclo dei rifiuti corretto sono solo alcuni buoni esempi.

L’impegno di acqua Sant’Anna

La Sostenibilità è un tema con cui tutto il mondo si deve confrontare, di cui si dovrà tener conto sempre più anche negli anni a venire. Una tematica che in Acqua Sant’Anna affrontiamo ogni giorno e verso la quale ci impegniamo fermamente in ottica di miglioramento continuo del nostro modo di fare impresa, di integrazione della sostenibilità nel nostro business e di creazione di valore condiviso lungo tutta la filiera.

L’ambiente è considerato da Acqua Sant’Anna come bene primario da salvaguardare. La società, al fine di preservare e tutelare l’ambiente in cui opera, adotta le misure più idonee per il rispetto e la salvaguardia dello stesso e promuove processi produttivi e prodotti eco-sostenibili e compatibili con l’ambiente. Per questo motivo Acqua Sant’Anna opera in modo da favorire la diffusione della cultura inerente il rispetto della normativa prevista in ambito ambientale ed attua le necessarie misure per assicurare la tutela dell’ambiente e la prevenzione da ogni forma di inquinamento.

TI POTREBBE INTERESSARe:

Lascia un commento