CHE COSA È IL RESIDUO FISSO DELL’ACQUA

RESIDUO FISSO DEFINIZIONE

Con residuo fisso si indica la quantità di solidi disciolti in un litro di acqua dolce, ovvero i sali minerali e oligoelementi che contiene e che dipendono dal lungo processo di mineralizzazione dell’acqua che scorre tra le rocce.

È un parametro importante, utilizzato per classificare le acque minerali: a seconda della percentuale di residuo fisso presente in essa, l’acqua ha un diverso impatto sul nostro organismo, con alcuni benefici e controindicazioni per la salute, come vedremo più avanti.

residuo fisso acqua

COSA CONTIENE IL RESIDUO FISSO NELL’ACQUA?

All’interno del residuo fisso sono presenti principalmente bicarbonati, solfati, silice, calcio, sodio, magnesio e potassio.

A seconda di quale di questi elementi prevale, l’acqua viene denominata:

  • contenente bicarbonato, quando il bicarbonato è superiore a 600 mg/l;
  • solfata, quando i solfati sono superiori a 200 mg/l;
  • clorurata, quando il cloruro è superiore a 200 mg/l;
  • calcica, quando il calcio è superiore a 150 mg/l;
  • magnesiaca, quando il magnesio è superiore a 50 mg/l;
  • fluorata, quando il fluoro è superiore a 1 mg/l;
  • ferruginosa, quando il ferro bivalente è superiore a 1 mg/l;
  • acidula, quando l’anidride carbonica libera è superiore a 250 mg/l;
  • sodica, quando il sodio è superiore a 200 mg/l;
  • povera di sodio, quando il sodio è inferiore a 20 mg/l.

COME SI CALCOLA IL RESIDUO FISSO DELL’ACQUA

Per ottenere la classificazione appena vista, è necessario procedere con l’analisi dell’acqua per determinare la quantità dei vari elementi disciolti e dunque stabilire il suo residuo fisso.

Solitamente viene esaminato un campione pari a 1 litro d’acqua, che viene inizialmente filtrato al fine di eliminare eventuali sospensioni presenti al suo interno.

Dopodiché, l’analisi viene effettuata sottoponendo il campione d’acqua a riscaldamento graduale che porta all’evaporazione dell’acqua a 100°, all’allontanamento dei componenti volatili e al raggiungimento della temperatura di 180°C. Ciò che resta dopo il processo di evaporazione viene misurato. Quel dato è il residuo fisso dell’acqua.

Il residuo fisso si misura in mg/l.

residuo fissi acqua 

COME SI CLASSIFICA L’ACQUA IN BASE AL RESIDUO FISSO

Le acque minerali possono essere classificate in diverse tipologie, in base al loro residuo fisso:

  • Acque minimamente mineralizzate, con residuo fisso inferiore o uguale a 50 mg/l. Sono acque “leggere” e favoriscono la diuresi.
  • Acque oligominerali o leggermente mineralizzate, con residuo fisso inferiore o uguale a 500 mg/l. Sono acque molto comuni, adatte per essere bevute quotidianamente.
  • Acque mediominerali, con un residuo fisso compreso tra 500 e 1.500 mg/l, che contengono un’alta percentuale di sali minerali.
  • Acque ricche di sali minerali, con un residuo fisso superiore a 1.500 mg/l. Queste acque sono molto ricche di sali: sono spesso utilizzate a fini curativi e solo su consiglio medico.

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RESIDUO FISSO ALTO: BENEFICI E CONTROINDICAZIONI

Innanzitutto è bene ricordare che un elevato residuo fisso in generale non è pericoloso per la salute, ma ognuno può scegliere di consumare un determinato tipo di acqua con un valore del residuo fisso specifico, perché più indicato per le proprie esigenze e il proprio stile di vita.

Perché bere acqua con residuo fisso basso?

L’acqua con uno scarso residuo fisso, in particolare, è indicata:

  • Nella preparazione degli alimenti dei neonati.
  • Durante la gravidanza, perché previene l’accumulo di sali e non affatica i reni.
  • Per coloro che sono soggetti a calcolosi renale: le acque povere di sali sono le più indicate perché stimolano la diuresi.
  • Nei soggetti che soffrono di ipertensione arteriosa, i quali devono privilegiare un regime alimentare iposodico.
  • Per contrastare la cellulite e la ritenzione idrica.

Viceversa, le acque con un residuo fisso molto elevato sono l’ideale per gli sportivi: una maggiore mineralizzazione consente, infatti, di reintegrare l’acqua e i sali minerali persi attraverso la sudorazione, nel corso dell’allenamento.

RESIDUO FISSO DI ACQUA SANT’ANNA

Acqua Sant’Anna è classificata come acqua minimamente mineralizzata, poiché contiene meno di 50 mg/l complessivi di elementi.

Il residuo fisso dell’acqua della sorgente Rebruant, infatti, si attesta sui 22,0 mg/l, quello della sorgente di Vinadio sui 44,1 mg/l.

Come abbiamo visto, il residuo fisso rappresenta la somma dei soluti presenti nell’acqua, tra cui calcio, magnesio, sodio, potassio, bicarbonati, nitrati, solfati, cloruri, silice. Al residuo fisso di Acqua Sant’Anna, in particolare, non contribuiscono il ferro, lo stronzio, il litio, i bromuri, i fosfati ed i fluoruri. Questi elementi, infatti, sono assenti al limite di rilevabilità strumentale.

Acqua Sant’Anna è una delle acque più leggere al mondo: grazie al suo residuo fisso bassissimo e agli altri valori che la contraddistinguono, un’acqua buona e leggera, perfetta per l’idratazione quotidiana del nostro organismo.

  • Da almeno 7 anni a casa mia si beve solo ed esclusivamente acqua sant’Anna….veramente ottima…non possiamo farne a meno😋😋👍👍

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