Tethered Cap il tappo attaccato alla bottiglia

Importante voce della Direttiva Europea sulla plastica monouso (Sup), il tethered cap è diventato ufficialmente obbligatorio all’interno degli Stati membri dal 3 luglio 2024.

Questo sistema di chiusura che, come rivela lo stesso termine, è letteralmente un “tappo attaccato alla bottiglia”, fa parte di un packaging ecosostenibile che ha l’obiettivo di prevenire la dispersione dei rifiuti e di facilitare il riciclo della plastica.

Approvati o criticati, e adeguati in differenti maniere ai prodotti del mondo beverage, ormai i tethered cap sono una parte integrante della quotidianità di tutti.

Ma quanto sono utili? E in che modo contribuiscono alla sostenibilità ambientale?

Perchè i tappi rimangono attaccati alle bottiglie?

L’introduzione qualche mese fa, e ancor prima da parte di alcune aziende, dei tappi attaccati alle bottiglie, ha lasciato perplessi non pochi consumatori.

Non tutti hanno apprezzato questo nuovo meccanismo di apertura delle bottiglie e dei tetrapack, da molti considerato un fastidio quotidiano evitabile.

In realtà le questioni che hanno portato a tale scelta sono molteplici.

L’obbligo legato alla Direttiva Sup 2019/904, infatti, è stato il risultato di un impegno da parte dell’UE per ridurre l’inquinamento dell’ambiente.

A causa del suo basso costo e della sua versatilità, la plastica è uno dei materiali più impiegati da tutte le società del mondo, specialmente nei prodotti monouso.

A livello globale, la produzione di plastica arriva a circa 359 milioni di tonnellate all’anno (dati del 2018), e negli Stati membri dell’UE, il 39,9% di questa plastica è usata per gli imballaggi.

Il 22 ottobre 2024 sarà per l’Italia il Plastic Overshoot Day, ovvero la data in cui la produzione di rifiuti in plastica avrà superato la capacità di riciclo.

Guardando a questi dati, e naturalmente al danno che tale materiale provoca agli ecosistemi marini e terrestri, si può immaginare il perché l’Europa abbia scelto uno strumento come il tethered cap per limitare la dispersione nell’ambiente di elementi piccoli, inquinanti e difficili da recuperare.

La North Sea Foundation, ad esempio, nel 2017 ha affermato che i tappi di plastica fanno parte della top 5 dei rifiuti oceanici più letali. L’iniziativa di diversi marchi, che hanno iniziato sin da subito a impiegare i tethered cap, ha portato ad una considerevole riduzione della presenza di questi rifiuti nelle spiagge europee.

Tethered Cap il tappo attaccato alla bottiglia

La Direttiva europea sulla plastica monouso

Il mondo non può più ignorare i danni ambientali, economici e sociali portati dall’inquinamento. Negli ultimi decenni diversi governi hanno iniziato ad elaborare strategie per sostituire gli strumenti e i materiali a forte impatto ambientale con alternative più green e sostenibili.

La transizione ecologica sta toccando tutti i settori, compreso quello del Food&Beverage, che fa un largo impiego della plastica.

Proprio per tale motivo l’Unione Europea si è rivolta in particolare a questo mondo con la sua Direttiva sulla plastica monouso. In principio (2021), è stata vietata la commercializzazione di articoli monouso come cannucce, posate e piatti in plastica, sostituiti da prodotti biodegradabili e compostabili.

Nell’estate 2024, invece, come già accennato, è stato introdotto l’obbligo di usare i tethered cap per tutti i contenitori in plastica di bevande con una capacità inferiore ai 3 litri.

La Direttiva è stata riportata in Italia con il Decreto legislativo 8 novembre 2021 n.196, che riporta nell’articolo 6 proprio questa imposizione.

Conclusioni

Tra polemiche e speranze, i tappi attaccati alle bottiglie sono ormai entrati a far parte della quotidianità di tutti.

Grazie all’inventiva e alle tecnologie di diverse aziende, oggi nel mercato sono presenti diverse tipologie di tethered cap, che garantiscono una fruizione più comoda e intuitiva del prodotto.

Berry Global, ad esempio, è riuscita ad ottenere nel 2022 un Technology Excellence Award con il suo brevetto. Coca-Cola da tempo utilizza la sua cerniera CompactFlip per ancorare alla bottiglia (il cui design ha un collo più leggero), il suo celebre tappo nero.

In tutto il mondo, compresa l’Italia, startup e imprese continuano ad adottare nuove tecnologie per ottimizzare l’uso dei tethered cap e per ridurre anche il peso delle bottiglie, in modo da contribuire alla salute dell’ambiente e alla soddisfazione dei consumatori.

Anche Sant’Anna continua a impegnarsi in questo senso, aggiungendo alla Bio Bottle, ovvero la linea di bottiglie prodotta con PLA, il suo tethered cap facile da utilizzare in tutte le situazioni della quotidianità.

In conclusione, bastano quattro semplici mosse (ruotare, svitare, bere, riavvitare) per ritrovare la comodità dei vecchi imballaggi e, soprattutto, per contribuire a mantenere un mondo pulito e in salute per le future generazioni.

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